Tiro di Campagna FITARCO (Hunter & Field)

Il tiro di campagna FITARCO – da non confondere con l’omonimo “tiro di campagna” della FIARC – è anche chiamato “Hunter & Field”, dove la parola “Hunter” indica i bersagli posizionati ad una distanza sconosciuta mentre “Field” indica i bersagli posizionati ad una distanza conosciuta e dichiarata. La gara H&F 12+12 consiste in 12 bersagli Hunter e 12 Field mentre la gara H&F 24+24 consiste in 24 bersagli Hunter e 24 Field e si svolge in due giornate.

Ogni bersaglio è composto di tre parti: lo “stop” che è il punto dove la pattuglia (composta da 4 arcieri) si deve fermare e dove chi non tira deve aspettare gli altri arcieri; il “punto di tiro” che è individuato da picchetti di diverso colore; il “paglione” con i relativi bersagli. I bersagli sono di 4 dimensioni con diametro da 20, 40, 60 e 80 cm (i bersagli da 20 cm sono chiamati anche “pidocchi”, i bersagli da 40 cm sono detti “occhiali”). L’Hunter è composto di 3 pidocchi, 3 occhiali, 3 bersagli da 60 cm e 3 da 80 cm. Il Field ripete lo stesso schema (3 bersagli per ogni dimensione). In ogni piazzola possono esserci fino a tre picchetti di colore diverso: il picchetto rosso dal quale tirano gli Juniores, i Senior e i Master sia Olimpici che Compound; il picchetto blu dal quale tirano gli Juniores, i Senior e i Master Arco Nudo e i Ragazzi ed Allievi Olimpico e Compound; il picchetto giallo dal quale tirano i Longbow, i Giovanissimi, i Ragazzi e gli Allievi Arco Nudo e i Giovanissimi Olimpico.


I bersagli, di differente misura, sono disposti ad una distanza dai differenti picchetti che varia entro determinati limiti per l’Hunter ed è fissa per il Field. La distanza può variare da un minimo di 5 ad un massimo di 60 metri a seconda della divisione e della classe di appartenenza. Per calcolare la distanza tra il picchetto e il bersaglio nei tiri Hunter alcuni arcieri usano parti del loro equipaggiamento come riferimento. Il metodo di valutazione (cd. parametro) consiste nel rapportare la misura di un oggetto dalle dimensioni conosciute (es. diametro della diottra sul mirino) con la misura della visuale sul paglione. Tra le varie tecniche vi sono: a) la “tecnica dei 10 metri” in cui si cerca un punto che si trova a 10 metri di distanza e si divide la distanza dal paglione ad intervalli di 10 metri; b) il “metodo del gufo” che è utile quando non si vede parte del terreno che separa dal paglione (es. per via di una voragine o per la presenza di cespugli) e consiste nell’individuare un riferimento (es. un arbusto) e utilizzarlo come punto focale facendo attenzione a come il bersaglio si muove in relazione all’arbusto; c) il “metodo della distanza intermedia” con il quale si cerca di trovare il punto medio e si valuta la distanza da quel punto; d) il “listening method” nel quale si ascolta e si calcola il tempo intercorrente tra rilascio della freccia scoccata da un avversario e l’impatto della stessa sul bersaglio convertendo il tempo necessario in una distanza fisica; e) il “metodo additivo” con il quale, se state tirando in un bosco omogeneo o lungo una staccionata, è possibile moltiplicare la distanza tra due oggetti per il mero degli stessi al fine di calcolare la distanza dal bersaglio.


Vi sono poi alcune condizioni ambientali che potrebbero sfalsare la percezione della distanza del bersaglio e delle quali bisogna tenere conto ai fini di una corretta valutazione. Se state tirando da una piazzola molto luminosa verso un bersaglio in ombra, sicuramente valuterete la distanza più lunga della realtà. Viceversa, se state tirando da una piazzola in ombra verso un bersaglio molto illuminato giudicherete la distanza più corta della realtà. E’ inoltre importante considerare, oltre alle condizioni di luce, anche le condizioni meteorologiche (es. vento, pioggia), geologiche (es. pendenze del terreno, tiri in salita e/o in discesa) nonché l’eventuale “specchiatura” del bersaglio (quando la superficie di impatto della freccia non è perpendicolare al tiro ma rivolta verso l’alto, verso il basso, verso destra o verso sinistra).

Insomma, nell’Hunter & Field è fondamentale padroneggiare la tecnica ma anche e soprattutto saper osservare e valutare l’influenza che l’ambiente circostante può avere sul tiro.